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TRUMP FA BALLARE ANCHE LA BORSA

I mercati globali si muovono in modo incerto dopo le dichiarazioni di Donald Trump sui dazi e le crescenti tensioni geopolitiche. L’oro si avvicina ai 3.000 dollari l’oncia, il dollaro si rafforza mentre l’euro scivola sotto quota 1,05. Wall Street attende segnali dalla Fed e sviluppi sulla politica commerciale USA. Trump ha imposto una tariffa del 10% su tutte le importazioni dalla Cina e annunciato dazi del 25% su beni provenienti da Messico e Canada, sebbene il loro avvio sia stato posticipato di un mese. Ha inoltre promesso aumenti sui farmaci e sulle automobili a partire dal 2 aprile. Gli investitori sono in attesa delle minute della Fed ( i verbali delle riunioni della Federal Reserve) per ottenere indicazioni più chiare sulla direzione dei tassi d’interesse. Sul fronte geopolitico, la proposta di Trump di indire elezioni a Kiev come parte di un accordo di pace con la Russia ha suscitato forti preoccupazioni in Europa.

Con i dazi, le tensioni internazionali e le decisioni della Fed all’orizzonte, i mercati restano volatili e prudenti, in attesa di sviluppi. Ma cosa significano davvero questi movimenti? Perché la Borsa sale e scende continuamente? Quali sono i meccanismi che la regolano? Immaginiamo di avere una pallina che rimbalza contro il pavimento. Ogni volta che colpisce la superficie, cambia direzione e torna indietro. Questo movimento incessante è simile a quello del mercato azionario, dove il prezzo delle azioni viene spinto su e giù dalle forze della domanda e dell’offerta.

Quando molti investitori vogliono comprare un’azione (buy), la domanda aumenta e il prezzo sale, come una pallina che viene lanciata con forza contro il pavimento. Al contrario, quando prevale la vendita (sell), l’offerta supera la domanda, di conseguenza il prezzo scende, facendo rimbalzare la pallina indietro. Ora immaginate un grattacielo pieno di stanze con milioni, miliardi di palline che rimbalzano avanti e indietro: questo “è il mercato, bellezza!” per parafrasare un noto film. Ma cosa spinge gli investitori a comprare o vendere? Le notizie economico finanziarie, i risultati delle aziende, le decisioni delle banche centrali, persino le emozioni degli investitori! Se un’azienda pubblica risultati migliori del previsto, gli investitori comprano le sue azioni, facendone salire il prezzo. Se invece c’è paura di una crisi economica, tutti cercano di vendere, facendo “crollare” i mercati.

Dicevamo le emozioni: i mercati sono fatti letteralmente da emozioni. Un celebre esempio è la crisi del 2008, scatenata dalla bolla immobiliare negli Stati Uniti. Durante gli anni precedenti, l’entusiasmo per il mercato immobiliare aveva portato gli investitori e le banche a sottovalutare i rischi dei mutui subprime. Quando le prime avvisaglie di crisi si fecero sentire, il sentiment cambiò rapidamente: la paura prese il sopravvento, innescando un’ondata di vendite e il crollo di banche e mercati. Facendo un balzo ancora più indietro, vi ricordate della bolla delle dot-com alla fine degli anni ’90? L’entusiasmo per le nuove aziende tecnologiche spinse gli investitori ad acquistare azioni a prezzi esorbitanti, senza considerare minimamente la sostenibilità dei modelli di business. Quando la realtà si scontrò con i sogni coltivati dagli investitori, la paura sostituì l’euforia e il mercato crollò bruscamente tra il 2000 e il 2002. Vi sentite ancora smarriti di fronte ai dati di apertura delle Borse? Magari, da oggi, un po’ meno.

Elisa Garfagna
giornalista

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